sabato 2 novembre 2013

Pasolini

Senza di te tornavo,
non più capace d'esser solo, a sera
quando le stanche nuvole dileguano
nel buio incerto.
Mille volte son stato così solo
dacché son vivo, e mille uguali sere
m'hanno oscurato agli occhi l'erba, i monti
le campagne, le nuvole.
Solo   nel giorno, e poi dentro il silenzio
della fatale sera. Ed ora, ebbro,
torno senza di te, e al mio fianco
c'è solo l'ombra.
E mi sarai lontano mille volte,
e poi, per sempre. Io non so frenare
quest'angoscia che monta dentro al seno;
essere solo.


Pier Paolo Pasolini


Pier Paolo Pasolini (Bologna, 5 marzo 1922 – Lido di Ostia, 2 novembre 1975

  • Il 2 novembre 1975 veniva assassinato Pier Paolo Pasolini, a noi piace ricordarlo così: "Una educazione comune, obbligatoria e sbagliata ci spinge tutti dentro... l’arena dell’avere tutto a tutti i costi. In questa arena siamo spinti come una strana e cupa armata in cui qualcuno ha i cannoni e qualcuno ha le spranghe. Allora una prima divisione, classica, è «stare con i deboli». Ma io dico che, in un certo senso tutti sono i deboli, perché tutti sono vittime. E tutti sono i colpevoli, perché tutti sono pronti al gioco del massacro. Pur di avere. L’educazione ricevuta è stata: avere, possedere, distruggere." Intervista a P.P.Pasolini


venerdì 1 novembre 2013

Il cuore selvatico del ginepro di Vanessa Roggeri

 Il cuore selvatico del ginepro, romanzo di Vanessa Roggeri.
 È notte. Il cielo è nero come inchiostro, e solo a tratti i fulmini illuminano l'orizzonte. È una notte di riti e credenze antiche, in cui la paura ha la forma della superstizione. In questa notte il rumore del tuono è di colpo spezzato da quello di un vagito: è nata una bambina. Ma non è innocente come lo sono tutti i piccoli alla nascita. Perché questa bambina ha una colpa non sua, che la segnerà come un marchio indelebile per tutta la vita. La sua colpa è di essere la settima figlia di sette figlie, e per questo è maledetta. E qui nel suo paese, in Sardegna, c'è un nome preciso per le bambine maledette, si chiamano cogas, che significa streghe. Liberarsene quella stessa notte, senza pensarci più, così ha deciso la famiglia Zara. Ma qualcuno non ci sta. Lucia, la primogenita, compie il primo atto ribelle dei suoi dieci anni di vita. Scappa fuori di casa, sotto la pioggia battente, per raccogliere quella sorella che non ha ancora un nome. La salva e la riporta a casa, e decide di chiamarla Ianetta. Non c'è alternativa ora, per gli Zara. È sopravvissuta alla notte, devono tenerla. Eppure il suo destino è già scritto: giorno dopo giorno, stagione dopo stagione, sarà una reietta, una marginata. Odiata da tutti, tranne che da Lucia, è  lei l'unica a non averne paura , lei l'unica a frapporsi tra la cieca superstizione e l'innocenza di Ianetta. Contro tutto e tutti. Lei l'unica a capire chi si nasconde dietro quegli occhi spaventati e selvatici: una bambina in cerca di amore, che farebbe qualsiasi cosa pur di ricevere uno sguardo e una carezza. Solo una bambina, solo una ragazza, con un cuore forte e selvatico come il ginepro. Le sue radici non si possono estinguere così facilmente; la loro fibra è fatta di ferro e se fuori bruciano, dentro il cuore rimane vivo. Questa è la storia di una bambina e di una colpa non sua. È la storia di una sopravvivenza e della lotta contro le superstizioni. È la storia di due sorelle, quella maledetta dall'ignoranza e colei che sa vedere oltre. È la storia di una terra e delle sue tradizioni più arcaiche e oscure. Una storia che trabocca in modo dirompente di passioni: amore, rabbia, disperazione e speranza.

Vanessa Roggeri è nata e cresciuta a Cagliari, dove si è laureata in Relazioni Internazionali. Ama definirsi una sarda nuragica, innamorata della sua isola così aspra e coriacea, ma anche fiera e indomita. La sua passione per la scrittura è nata fin da quando la nonna le raccontava favole e leggende sarde intrecciate alle proprie memorie d'infanzia. Queste storie di una Sardegna antica, magica e misteriosa l'hanno segnata profondamente facendole nascere il gusto per la narrazione e il desiderio di mantenere vivo il sottile filo che ci collega a un passato ormai perduto.

Quando finisci di leggere un libro ti accorgi di quanto ti ha trasmesso, delle considerazioni che ti porta a fare, delle sensazioni che ti ha lasciato lungo il percorso della sua lettura. Pensiamo di essere liberi da superstizioni o altri condizionamenti sociali,  di non farci coinvolgere da essi ma questi buoni propositi, molte volte, restano solo dei pensieri perché, anche senza accorgercene, non facciamo niente per renderli reali, concreti.
Lucia ama questa sua sorella così diversa dalle altre, capisce che in Ianetta non c'è nulla che possa portare a farla  odiare e respingere in modo così crudele e illogico. Non sa come aiutarla, ha nel cuore la sua situazione ma non riesce a modificare molto perché ha delle resistenze anche lei, si lascia coinvolgere per paura. Si riscatta con la sua scelta finale, senza darne conto a  chi e le è attorno, senza dover giustificare a nessuno  la sua decisione definitiva: essere una vera sorella, fare una scelta solo sua, scelta di coerenza, comprensione, amore.